E’ un finanziere teramano una delle vittime della tragedia a Tarvisio

Giulio Alberto Pacchione, 28 anni, era in addestramento di soccorso sulla difficilissima parete del Piccolo Mangart di Coritenza, quando è precipitato assieme al compagno di cordata. Era molto conosciuto ai Prati, i genitori sono medici

TERAMO – E’ un finanziere teramano una delle due vittime della tragedia verificatasi sul Monte Mangart, al confine tra italia e Slovenia, nel cuore delle Alpi Giulie nella zona di Tarvisio (Udine). Giulio Alberto Pacchione, 28enne, faceva parte di una cordata impegnata su una via di particolare difficoltà, nell’ambito di una attività ufficiale di addestramento del Sagf. L’altra vittima è Lorenzo Paroni 30 anni, di Montereale Valcellina (Pordenone), e tutti e due erano in servizio a Tarvisio.

Secondo le prime informazioni, stavano risalendo la via Piussi, un sesto grado che percorre il verticale pilastro Nord. I loro corpi sono stati individuati nella notte scorsa dopo l’allarme per il mancato rientro in caserma. La notizia è arrivata nel cuore della notte, intorno alle 2:15, con il ritrovamento dei corpi senza vita alla base della parete del Piccolo Mangart di Coritenza, dove da ieri mattina Giulio Alberto Pacchione (nato a Reggio il 4 luglio 1995 da famiglia originaria della provincia di Teramo)
e Lorenzo Paroni (nato a Pordenone il 6 gennaio 1993) stavano addestrandosi in operazioni di soccorso.

I due giovani erano attesi in caserma in serata. L’allarme è scattato tardi in quanto era nota la difficoltà della via, che richiede tempo e impegno, ed erano altrettanto note le altissime capacità dei due alpinisti. Entrambe le vittime facevano parte anche della stazione di Cave del Predil del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico: Pacchione era anche maestro di sci a Tarvisio.

La notizia si è sparsa subito a Teramo ma soprattutto sulle montagne abruzzesi, dove Pacchione era molto conosciuto per la sua attività e per la sua perizia. In particolare ai Prati di Tivo dove Giulio Alberto sciava e spesso praticava l’alpinismo: il padre Dario, medico a Sant’Egidio, e la madre Adima, pediatra, avevano acquistato casa nel centro turistico teramano. Il giovane finanziere lascia anche il fratello Michele e la sorella Sofia.